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Alle falde del Monte Caputo, su una collinetta da cui si può ammirare l’imponente complesso architettonico del Duomo col suo annesso chiostro benedettino, l’ex monastero e la vasta Conca d’oro, esisteva fin dal 1450 una chiesetta rurale, modesta ma molto frequentata dai fedeli, dedicata al SS. Salvatore e affidata alle cure amministrative e cultuali della Confraternita omonima e della “Compagnia della Resurrezione”.
Col diffondersi del culto al SS. Crocifisso (del sec. XV), con il moltiplicarsi delle famiglie, in genere di contadini, che costruivano le loro umili case nell’antico quartiere “Carrubbella” e soprattutto col sorgere del Capitolo (1625), si sentì il bisogno di ingrandire la Chiesetta, aggiungendo varie cappelle, di cui la più importante fu quella dedicata alla già venerata immagine di Gesù Crocifisso.
Si deve in seguito all’Arcivescovo Venero (1619-1628) un altro ampliamento di maggiore rilievo con la navata centrale. Affluivano intanto le varie donazioni da parte dei fedeli, onorati di lasciare per testamento i loro beni a favore della chiesa e del culto al SS. Crocifisso. Così, nei primi del 1700, il Capitolo diede l’incarico all’Arch. Fra Mariani di sistemare la Chiesa. I lavori iniziarono nel gennaio del 1716. Il 25 ottobre del 1718 il cappellone o coro risulta ultimato.
Il primo pavimento, eseguito nel 1719, fu fatto con mattonelle in ceramica maiolicata, con disegni ornamentali policromi. Qualche traccia la si può notare ancora oggi sotto gli stalli del coro ligneo e nel pavimento dei sotterranei della navata centrale. Nel maggio 1801 la Chiesa fu pavimentata con mattoni in marmo, in occasione della visita di Ferdinando III di Borbone, re delle due Sicilie. La lapide posta accanto alla porta principale ci attesta che i lavori murari erano stati ultimati nel 1719 e che la Chiesa, già completata, fu consacrata dall’Arcivescovo Testa e dedicata al “SS. Salvatori Crucifixo” il 13 ottobre 1754. Si conosce pure il maestro costruttore: mastro Giovanni Accardo.
Nel 1841 il Canonico S. Gentile, Decano del Capitolo, rifece a sue spese i tetti e le volte crollanti. Ma con errore architettonico abbassò a rette le due volte a botte delle navate laterali. Queste furono riportate all’origine nel 1965.
Un progetto di manutenzione e restauro di tutto il complesso architettonico a cura dell’Ing. Vittorio Mastrorilli e dell’Arch. Patrizia Mastrorilli con fondi della Comunità Europea è stato da poco realizzato. (Tratto da Wikipedia).